La tesi del film annunciata da una frase dello storico-scrittore Will Durant: una grande civilt non viene conquistata fino a quando non si distrugge da sola dal di dentro. Cos, quando nel 1518, gli spagnoli "conquistadores" sbarcarono per la prima volta su una spiaggia dello Yucatn, per portare la nuova civilt, i Maya avevano gi compiuto buona parte del lavoro ed erano, diciamo cos, predisposti. Gibson, creativo in modo allarmante, e anche furbo, corregge dunque la tesi del paradiso naturalistico: in quel tempo l'Europa aveva il Rinascimento, i codici civili e la polvere da sparo, i Maya "indietro" millenni rispetto a quei parametri, e al riparo da quel tipo di civilt, non erano poi cos felici. Un'idea scaltra e magari strumentale, comunque accettabile, che poi permette al regista di fare il cinema violento-etnico-primordiale-iperrealista, attraverso "interpretazioni impossibili", che tanto gli sono congeniali.
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