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Abandon - Misteriosi omicidi

Ottimo per conciliare il sonno, pessimo per un qualsiasi altro tipo di fruizione, Abandon, oltre che vincere a mani basse il titolo di peggiore pellicola dell’attuale stagione, rappresenta un perfetto esempio di come non si dovrebbe realizzare un thriller/noir/giallo.
Ambientato lungo i corridoi e nei sotterranei del solito,classico college americano, che offre agli studenti l’opportunità di farsi analizzare da psichiatri, mettere in scena opere liriche e altre amenità che i poveri fuoricorso di una qualsiasi scalcinata università italiana si sognano di notte, il film vorrebbe, nelle pie intenzioni del regista (anche sceneggiatore), rifarsi a quei classici del noir nei quali, più che l’azione, contano la suspance e l’attesa. Generalmente per ottenere quest’effetto si sfruttano brillanti idee registiche o granitiche ed intriganti sceneggiature, ma stavolta qualcosa è andato storto. Purtroppo Gaghan non è né Hitchcock, né Polanski prima maniera, e a furia di effettuare sottrazioni, rende la pellicola più sottile di un foglio domopack. Manca l’azione, manca la suspance, manca il ritmo, manca praticamente tutto . Abandon, si perdoni l’allitterazione, abbandona ogni elemento logico e strutturale per appoggiarsi a flashback, frasi smozzicate, che dovrebbero far intuire qualcosa della storia ma falliscono miseramente rendendo il film una lunga agonia per un pubblico comunque già abituato ad ogni tipo di cliché. Di fronte a certe situazioni diventa impossibile persino sghignazzare e se ne avrebbe di che.
La Holmes, che probabilmente tra dieci anni interpreterà ancora il ruolo della scolaretta dolce ma tormentata, firma una delle sue peggiori performance in assoluto: tutta mossette e smorfie, non riesce a dare minimamente spessore ad un personaggio che, in teoria, dovrebbe essere bifronte e tormentato. In generale la pochezza del cast, tristemente televisivo, desta sconcerto, toccando il fondo con la schizoide interpretazione del giovane Charlie Hunman, primate biondo che saltella fastidiosamente per lo schermo, biascicando scemenze ed atteggiandosi a prim’attore.
Imbarazzo e fastidio sono sensazioni che nel pubblico germogliano spontaneamente dopo pochi minuti. Il regista Gagham, già sceneggiatore dello splendido Traffic (un colpo di genio capita a tutti), pensa evidentemente di essere ancora invischiato negli affari sporchi della coppia Zeta Jones/Douglas e ammanta pretenziosamente il film di effetti lividi e sinistri che invece di tener desta l’attenzione del pubblico sortiscono l’effetto contrario, cullandolo fino al sonno. Montaggio, colonna sonora e fotografia si attestano su livelli accettabili, ma la noia impedisce di tenere sollevate le palpebre e resistere fino alla fine richiede un eccessivo impegno e disponibilità.
Abandon è un film di rara bruttezza. In esso convergono, come se una mano invisibile avesse coordinato e mixato apposta il peggio di questi elementi, una trama banale e scontata, un finale ridicolo e semplicistico, un ritmo sincopato e sonnolento, una recitazione parrocchiale e una regia pretenziosa e imbarazzante. Spesso il cinema americano viene attaccato aprioristicamente ed a sproposito, ma la mediocrità di certi prodotti è tale da rendere impossibile qualsiasi tipo di apologia o difesa. Inutile.



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